Un sapore autentico che si tramanda da secoli, simbolo di convivialità
- Questa ricetta della tradizione sarda ‘povera’ offre un piatto delizioso e sorprendentemente gustoso, che si realizza con pochi ingredienti che tutte le famiglie hanno ed avevano sempre a disposizione: pane raffermo, salsa di pomodoro impreziosita col basilico fresco, brodo di vitello, pecora o misto, formaggio pecorino e formaggio vaccino freschi, pecorino grattugiato stagionato.
- Su Mazzamurru fa parte della storia di Cagliari ed ormai di tutta la Sardegna. Di questa zuppa si trovano tracce nel capoluogo dell’isola dal 1600. Come nella tradizione di tutti i piatti poveri l’intento è quello di recuperare gli avanzi. Il suo curioso nome sarebbe di derivazione spagnola: così infatti i marinai chiamavano i resti del ‘briciolame’ dei biscotti che si usavano a bordo al posto del pane.
- Questo piatto, non meno delizioso della rinomate lasagne ormai diffuse in tutta Italia, era tipico del mesu die -mezzogiorno-, cioè del pranzo, ma è ottimo da gustare anche a cena, sia caldo che freddo. In tempi antichi anche il brodo aveva un sapore unico e sempre diverso, questo perché si utilizzavano resti di diverse carni… ma una caratteristica era sempre la profumazione data dai pomodori secchi e dalla erbe spontanee sarde. La cottura dettata dal tempo lento delle pazienti donne sarde dava poi il tocco finale.
Oggi sono sempre meno i ristoranti che propongono questo piatto, ma nel capoluogo sardo diverse trattorie nel suggestivo quartiere della Marina lo propongono con fierezza in diverse varianti, compresa quella nuorese che è arricchita con i pezzi di carne del brodo, o quella di pesce realizzata col fresco pescato del giorno.