Is animeddas in Sardegna
La notte del 31 Ottobre luce e tenebre si incontrano: le anime dei defunti tornano nei luoghi in cui hanno vissuto e vagano liberamente tra i vivi.
Tra queste anime le janas, raccontate nelle antiche leggende popolari isolane, che con la loro suadente e bellezza sono fate o streghe.
Is animeddas -note anche come ‘su mortu mortu’, ‘is panixeddas’ e ‘su peti coccone’- seguono una suggestiva tradizione: i bambini girano per le vie dei paesi bussando a ogni porta, recitando filastrocche tradizionali e chiedendo un’offerta per le ‘animelle’ sospese fra paradiso e inferno. Alcuni bambini indossano una veste o un copricapo bianchi, portano un sacco in spalla e intonano la litania ‘seus benius po is animeddas’ (siamo venuti per le piccole anime). Nel Campidano alla richiesta ‘si donada a is animas?’ (ci dai per le anime?), si ricevono pane di sapa, arance, mandorle, caramelle e dolciumi vari.
Anche il Nobel Grazia Deledda ricorda nelle sue righe su mortu mortu di Nuoro: "pane tutto intagliato e scolpito" e “dolci di uva passa, mandorle, noci e nocciuole, riunite da una specie di poltiglia impastata con sapa”.
Mentre i bambini -accompagnati anche dai chierichetti del paese- vanno di casa in casa, le mamme preparano i dolci da donare e la caratteristica cena dedicata alle anime a base di fave, pasta fresca, pane e vino, avendo cura di lasciare la tavola apparecchiata per le anime che passeranno durante tutta la notte.